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Ecco chi sono e cosa penso: Mika Pérez

Monday, 9 October 2017 08:21 GMT

Il pilota spagnolo del WorldSSP300 ci svela alcuni aspetti della sua vita

Nativo di Altea (Alicante), professione pilota, campione dell’EJC nel 2016. Quest’anno ha ottenuto due vittorie nel WorldSSP300, ha compiuto i 18 anni la settimana scorsa (il 5 ottobre) ed è un ragazzo riflessivo, con le idee chiare. 
 
Immaginavo che il WorldSSP300 sarebbe stato così. Era chiaro che con moto poco potenti ci sarebbe stata una grande lotta fino agli ultimi giri. È una categoria molto competitiva e qualunque dettaglio può fare la differenza.
 
In gara tutti diamo tutto. Non ha niente a che vedere con le prove libere o le qualifiche. È molto importante essere molto concentrato ed essere aggressivo perché qui chiunque può vincere, da quello che è primo a quello che è ottavo.
 
Dò l’idea di essere un pilota serio? Non so…può essere che trasmetta serietà o sicurezza, ma quando sei in un campionato del mondo sai che ti giochi molto. Sai che qualunque risultato buono ti può valorizzare e che qualunque risultato brutto può pesare molto. Considero importante l’opportunità che mi han dato e devo sfruttarla.
 
Fuori dalla pista sono divertente e scherzo di più. Quando inizia il fine settimana cambia la mentalità e ti applicchi. Quando stai per gareggiare non pensi alla festa o a qualsiasi altra cosa, pensi solo che devi farlo molto bene, che c’è molta gente dietro di te, gli sponsor, il team... E anche alla parte economica, c’è molta pressione.
 
Tutti coloro che sono in pista con me sono rivali. Fino all’ultimo, tutti sono rivali. Non puoi regalare niente a nessuno. 
 
Non mi considero particolarmente volubile, ma a volte l’adrenalina ti fa comportare in un modo che non ti appartiene... 
 
Quando corro, cerco un compromesso tra rischiare e usare la testa. Nei primi giri devi rischiare per interrompere il gruppo, perché se corri in un gruppo di 20 piloti fino alla fine, dopo dovrai rischiare molto di più.
 
Ma non puoi neanche farlo bruscamente. Bisogna pensare che un eccesso di aggressività può farti cadere. È complicato, le gare sono complicate perché i rivali che stanno lottando con te, normalmente sono quelli che stanno lottando per il campionato. Negli ultimi giri non devi ascoltare tanto la testa e devi essere più aggressivo, ma tenendo a mente che non puoi cadere, uno zero penalizza molto.
 
Da quando sono piccolo il mio pilota di riferimento è Dani Pedrosa. Vinceva sempre in 125 e 250, quando ho iniziato a vedere le gare. La gente diceva “oggi non può vincere, è impossibile” e alla fine vinceva. Ti sorprendeva ogni giorno con una cosa nuova. E adesso, è Marc Marquez a riuscirci, è spettacolare. Quello che ha fatto a Misano è incredibile, rischiare tanto mentre si sta giocando il titolo, è divertente. Sono per me due punti di riferimento, uno della mia infanzia e l’altro più attuale.
 
Non sono di quelli che si divertono solo alla guida della moto. Durante il fine settimana c’è da lavorare sulla parte tecnica con il team, conoscere bene la pista, a me piace ogni aspetto del week end. Quello che può essere più pesante è che toglie tempo allo studio, poi sei in ritardo rispetto ai tuoi compagni.
 
Ho appena iniziato l’università: ingegneria meccanica. Non sarà facile, non avrò molto tempo per studiare tra le gare e gli allenamenti, sarà complicato gestire la situazione. 
Avere una carriera universitaria è molto importante. Nel mondo del motociclismo la tua carriera professionale si può interrompere facilmente, per un infortunio, per un insieme di brutti risultati o per mancanza di presupposti... è buono avere un’altra opzione.
 
L’allenamento fisico è molto duro. Preferisco fare 500 giri con la moto che prendere la biciclietta o andare a correre, anche se lo faccio ugualmente.
 
L’anno scorso è stata una grande stagione per me. Vincere l’European Junior Cup è stato incredibile. Tutte le moto erano uguali e il pilota faceva la differenza. Per il 2018 sto provando a correre nel World Supersport. La mia fisicità è più adatta per una 600 che una 300, ma non c’è ancora nulla di definito. Spero che esca una buona offerta, anche nella classe europea Supersport, e non per tutto il mondiale. Credo di meritarmi un posto lì per tutto quello che ho dimostrato, ma bisognerà aspettare. Sono pronto a tutto.